Un intervento multimodale su pazienti con sclerosi multipla progressiva
La sclerosi multipla è una malattia cronica neurologica caratterizzata da infiammazione, demielinizzazione e neuro-degenerazione. Nel 85-90% dei pazienti si presenta secondo la modalità remittente-recidivante, nel restante 10-15% si ha una decorso insidioso dei disturbi neurologici sin dall’inizio, che definisce il quadro progressivo della malattia.
Deficit cognitivi sono presenti nel 60% dei pazienti con sclerosi multipla progressiva indipendentemente dal declino fisico. Le abilità cognitive più colpite sono la velocità di elaborazione, l’attenzione, l’apprendimento e la memoria. In un altro 35-50% dei pazienti sono presenti disturbi dell’umore come depressione e ansia. Deficit cognitivi e disturbi dell’umore intensificano i sintomi fisici peggiorando la qualità di vita.
Negli ultimi anni sono stati fatti progressi significativi per controllare l’andamento della malattia, ma per ciò che riguarda le forme progressive questi interventi terapeutici sono inefficaci, hanno grossi effetti collaterali e costi proibitivi.
Per contrastare questi disturbi molti pazienti utilizzano approcci complementari non farmacologici come psicoterapia, tecniche di rilassamento e cambiamenti dell’alimentazione.
Un recente studio ha preso in considerazione un intervento multimodale (dieta paleolitica modificata, attività fisica, stimolazioni neuromuscolari, meditazione e massaggio) per valutare l’impatto sui deficit cognitivi e dell’umore in un piccolo gruppo di pazienti con sclerosi multipla progressiva. I risultati dello studio hanno evidenziato che l’intervento multimodale prospettato (dieta paleolitica modificata, esercizio fisico e intervento di gestione dello stress) è risultato efficace nei pazienti con sclerosi multipla progressiva nel migliorare i deficit sia cognitivi che dell’umore.
Non solo che i disturbi dell’umore (ansia e depressione) miglioravano dopo solo 3 mesi dell’intervento, mentre i quelli a carico dei disturbi cognitivi (memoria, elaborazione, ecc) si manifestavano dopo 6-12 mesi.
I cambiamenti dei disturbi cognitivi e dell’umore correlavano positivamente con la dieta paleolitica modificata rispetto all’esercizio fisico e all’attività di gestione dello stress (meditazione e massaggio). Umore e funzione cognitiva a 12 mesi erano associati a miglioramenti della stanchezza.
In conclusione l’intervento multimodale (dieta paleolitica modifica, pratiche di gestione dello stress ed esercizio fisico) ha il potenziale per migliorare il decorso della sclerosi multipla, ma sono necessari studi randomizzati per verificare se questi risultati sono replicabili su campioni di grandi dimensioni e in confronto a soggetti che non applicato l’intervento multimodale.
Jennifer E. Lee PhD, MA, Babita Bisht PhD, BPT, Michael J. Hall PhD, Linda M. Rubenstein PhD, MS, Rebecca Louison BS, Danielle T. Klein BS & Terry L. Wahls MDA: Multimodal, Nonpharmacologic Intervention Improves Mood and Cognitive Function in People with Multiple Sclerosis
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