Written by Massimo Vincenti

BODY DEFINE VLCKD

BODY DEFINE VLCKD

PROGRAMMA A DISTANZA DI DIMAGRIMENTO CON UNA DIETA VLCKD

L’Obesità è uno dei principali problemi di salute pubblica mondiale, è causata nella maggior parte dei casi da stili di vita scorretti; ed è un importante fattore di rischio per malattie cardiovascolari, diabete, neoplasie, malattie autoimmuni, ecc.

L’obesità è una condizione ampiamente prevenibile e una modifica dello stile di vita può rappresentare il primo passo per il suo cambiamento. L’OMS l’ha definita l’epidemia del terzo millennio, spesso associata a diabete per questo è stato coniato un nuovo termine “DIABESITÃâ€.

Perdere peso è essenziale per migliorare la qualità della vita e per svariati motivi molte persone non hanno la possibilità di accedere a visite programmate in ambulatorio medico. Oggi l’emergenza creata dal coronavirus ha permesso di attivare un programma di telemedicina in grado di rappresentare una soluzione ideale per la gestione del peso corporeo.

Body Define VLCKD è un programma medico nutrizionale volto alla riduzione e al rimodellamento del corpo con una dieta chetogenica VLCKD (very low calorie ketogenic diet).

Il programma della durata massima di 16 settimane permette di perdere peso e raggiungere in un breve periodo di tempo il peso desiderato.

Body Define VLCKD è un programma dimagrante le cui visite si svolgono completamente con un servizio di telemedicina con una piattaforma di semplice utilizzo, non ci sono applicazioni da scaricare, basta un semplice link e con un click è possibile incontrare il Dott. Massimo Vincenti responsabile del programma Body Define VLCKD.

Come è organizzato il programma

Le visite sono programmate con una cadenza di 21 giorni, il primo incontro ha una durata di 1 ora ed è importante per raccogliere tutte le informazioni riguardanti lo stato di salute.

Dopo una attenta anamnesi e la lettura degli esami ematochimici si potrà stabilire obiettivo e tempo per ottenere il peso desiderato.

Alla fine dell’incontro sarà inviato tutto il materiale in formato PDF per iniziare il nuovo percorso in totale sicurezza e tranquillità.

Servizi e Costi

Prima visita:                     € 150
Controlli 21 giorni:        €   70

Come Prenotare

Basta compilare il form di richiesta visita presente sulla pagina dei contatti, successivamente riceverete lista esami e file informazioni preliminare sul programma di gestione del peso.

Written by Massimo Vincenti

VITAMINA D, GENOMA E MALATTIE AUTOIMMUNI

VITAMINA D, GENOMA E MALATTIE AUTOIMMUNI, VERSO UNA MEDICINA PERSONALIZZATA.
Le malattie autoimmuni rappresentano un gruppo eterogeneo di patologie in cui il sistema immunitario attacca erroneamente i tessuti sani dell’organismo. Tra le più comuni si annoverano il lupus eritematoso sistemico, l’artrite reumatoide, la sclerosi multipla e il diabete di tipo 1. Nonostante i progressi nella comprensione di queste malattie, la loro eziologia rimane complessa e multifattoriale, coinvolgendo sia fattori ambientali che genetici. In questo contesto, lo studio del genoma umano ha rivoluzionato il modo in cui comprendiamo, diagnostichiamo e trattiamo le malattie autoimmuni.
IL RUOLO DEL GENOMA NELLE MALATTIE AUTOIMMUNI
Il genoma umano, ovvero l’insieme completo del DNA di un individuo, contiene tutte le informazioni necessarie per lo sviluppo e il funzionamento dell’organismo. Negli ultimi decenni, gli studi di associazione genome-wide (GWAS) hanno identificato numerosi polimorfismi a singolo nucleotide (SNP) associati a un aumentato rischio di sviluppare malattie autoimmuni. Questi studi hanno evidenziato che molte di queste varianti genetiche sono localizzate in geni coinvolti nella regolazione del sistema immunitario, come quelli del complesso maggiore di istocompatibilità (MHC), che gioca un ruolo cruciale nel riconoscimento degli antigeni. Ad esempio, nel caso dell’artrite reumatoide, varianti genetiche nel gene PTPN22 sono state associate a una maggiore suscettibilità alla malattia. Allo stesso modo, nella sclerosi multipla, varianti nei geni IL2RA e IL7R sono state collegate a un aumento del rischio. Queste scoperte non solo hanno migliorato la nostra comprensione dei meccanismi patogenetici, ma hanno anche aperto la strada a nuove strategie terapeutiche mirate.
MEDICINA PERSONALIZZATA E TRATTAMENTO DELLE MALATTIE AUTOIMMUNI
La conoscenza del genoma sta portando a un approccio sempre più personalizzato nella gestione delle malattie autoimmuni. La medicina personalizzata si basa sull’idea che i trattamenti possano essere ottimizzati in base al profilo genetico individuale, massimizzando l’efficacia e minimizzando gli effetti collaterali. Ad esempio, i farmaci biologici, come gli inibitori del TNF-α, hanno dimostrato di essere particolarmente efficaci in pazienti con specifici profili genetici.
Inoltre, l’analisi genomica può aiutare a identificare i pazienti a rischio di sviluppare resistenza ai farmaci o di sperimentare gravi effetti avversi. Questo è particolarmente importante nelle malattie autoimmuni, dove i trattamenti spesso richiedono un uso prolungato di farmaci immunosoppressori, che possono avere conseguenze significative sulla salute del paziente.
VITAMINA D, GENOMA E MALATTIE AUTOIMMUNI
Un’area di particolare interesse è il ruolo della vitamina D nelle malattie autoimmuni. La vitamina D, oltre al suo ben noto ruolo nel metabolismo osseo, ha un effetto immunomodulatore. Studi recenti hanno dimostrato che bassi livelli di vitamina D sono associati a un aumentato rischio di sviluppare malattie autoimmuni, come la sclerosi multipla e il lupus eritematoso sistemico.
Tuttavia, non tutti i pazienti rispondono allo stesso modo alla supplementazione di vitamina D. Questa variabilità può essere in parte spiegata da differenze genetiche nel recettore della vitamina D (VDR) e negli enzimi coinvolti nel metabolismo della vitamina D, come la 25-idrossilasi (CYP2R1) e la 1α-idrossilasi (CYP27B1). Ad esempio, alcune varianti genetiche nel gene VDR sono state associate a una ridotta risposta alla vitamina D, portando a una condizione di resistenza funzionale.
Lo studio del genoma ha permesso di identificare questi polimorfismi e di comprendere meglio i meccanismi alla base della resistenza alla vitamina D. Questa conoscenza è cruciale per sviluppare terapie più efficaci. Ad esempio, in pazienti con varianti genetiche che riducono l’efficacia della vitamina D, potrebbe essere necessario un dosaggio più elevato o l’uso di analoghi della vitamina D con maggiore attività biologica.
IL POTENZIALE TERAPEUTICO DELLA VITAMINA D
La vitamina D sta emergendo come un potenziale agente terapeutico nelle malattie autoimmuni. Oltre ai suoi effetti immunomodulatori, la vitamina D può influenzare l’espressione genica attraverso l’interazione con il recettore VDR, che agisce come un fattore di trascrizione. Questo meccanismo può modulare l’espressione di geni coinvolti nella risposta immunitaria, riducendo l’infiammazione e promuovendo la tolleranza immunologica.
Studi clinici hanno dimostrato che la supplementazione di vitamina D può migliorare i sintomi e ridurre le recidive in pazienti con sclerosi multipla. Tuttavia, l’efficacia di questa terapia varia notevolmente tra i pazienti, sottolineando l’importanza di un approccio personalizzato basato sul profilo genetico individuale.
CONCLUSIONI
Lo studio del genoma sta trasformando la nostra comprensione delle malattie autoimmuni, offrendo nuove opportunità per diagnosi precoci, prognosi più accurate e trattamenti personalizzati. La conoscenza delle varianti genetiche che influenzano la risposta alla vitamina D rappresenta un esempio concreto di come la genomica possa guidare lo sviluppo di terapie più efficaci e sicure.
In futuro, l’integrazione di dati genomici, clinici e ambientali consentirà di identificare i pazienti a maggior rischio di sviluppare malattie autoimmuni e di intervenire precocemente con strategie preventive e terapeutiche mirate. Questo approccio non solo migliorerà la qualità della vita dei pazienti, ma ridurrà anche i costi sanitari associati a queste patologie croniche.
RIFERIMENTI
1. Cooper, G. S., & Stroehla, B. C. (2003). The epidemiology of autoimmune diseases. Autoimmunity Reviews, 2(3), 119-125.
2. Viatte, S., Plant, D., & Raychaudhuri, S. (2013). Genetics and epigenetics of rheumatoid arthritis. Nature Reviews Rheumatology, 9(3), 141-153.
3. International Multiple Sclerosis Genetics Consortium. (2013). Analysis of immune-related loci identifies 48 new susceptibility variants for multiple sclerosis. Nature Genetics, 45(11), 1353-1360.
4. Aranow, C. (2011). Vitamin D and the immune system. Journal of Investigative Medicine, 59(6), 881-886.
5. Ramagopalan, S. V., et al. (2011). A ChIP-seq defined genome-wide map of vitamin D receptor binding: Associations with disease and evolution. Genome Research, 2010 20(10):1352–1360.
6. Smolders, J., et al. (2008). Vitamin D as an immune modulator in multiple sclerosis. Journal of Neuroimmunology, 194(1-2), 7-17.
Written by Massimo Vincenti

FENOMENO DI UHTHOFF

Nel 1890 il Prof. Uhthoff descrisse un fenomeno transitorio caratterizzato dalla comparsa di alterazioni visive in pazienti con neurite ottica, dopo esercizio fisico o aumento della temperatura corporea, come ad esempio dopo un bagno caldo. Questo fenomeno è tipico della sclerosi multipla (SM) e interessa circa l’80% dei pazienti, ma è presente anche in altre malattie demielinizzanti.

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Written by Massimo Vincenti

Calciuria, vescica neurologica e qualità della vita in soggetti con SM

La vescica neurologica è una disfunzione vescicale, che può interessare la fase di riempimento, di svuotamento o entrambe della vescica causata da un danno neurologico.

I sintomi quali incontinenza, frequenza ed urgenza minzionale sono causa di un peggioramento della qualità della vita ed i rischi di complicanze quali infezioni ricorrenti o reflusso vescico-ureterale sono alti.

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Written by Massimo Vincenti

Un intervento multimodale su pazienti con sclerosi multipla progressiva

La sclerosi multipla è una malattia cronica neurologica caratterizzata da infiammazione, demielinizzazione e neuro-degenerazione. Nel 85-90% dei pazienti si presenta secondo la modalità remittente-recidivante, nel restante 10-15% si ha una decorso insidioso dei disturbi neurologici sin dall’inizio, che definisce il quadro progressivo della malattia.

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Tossicità da Vitamina D: Ipotesi patogenetiche e terapia

Il crescente riscontro di ipovitaminosi D nella popolazione mondiale ha portato ad un aumento dell’uso di supplementi contenenti vitamina D. Le cause sono da ricercare nella poca esposizione solare e nel ridotto apporto dietetico. Sicuramente fonte principale di vitamina D è la produzione cutanea, ma l’uso di creme solari, la vita in luoghi chiusi, l’uso di vestiti e la latitudine sono fattori che ne limitano la produzione. I soggetti maggiormente a rischio sono bambini e anziani.

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Indice di risposta personale alla vitamina D

Il colecalciferolo, erroneamente definito vitamina D3 deriva dalla conversione del 7-deidrocolesterolo (o provitamina D) a livello cutaneo dopo esposizione solare (UVB). Tuttavia questa capacità di sintesi di vitamina D risulta insufficiente per una gran parte della popolazione, a causa dei cambiamenti degli stili di vita: attività al chiuso, uso di creme solari e coperti con vestiti per la maggior parte del tempo, tutto questo ci espone ad una bassa produzione endogena di vitamina D.

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Vitamina B2 e Magnesio nel Protocollo Coimbra

Il protocollo vitamina D alte dosi per il trattamento delle malattie autoimmuni chiamato anche “Protocollo Coimbra” (Coimbra Cicero Galli è il nome del medico che per primo lo ha applicato), è stato sviluppato nel 2002 nel rispetto della dichiarazione di Helsinki comma 37 che va sotto il nome di “Interventi non provati nella pratica clinicaâ€. Nel protocollo sono impiegate a scopo terapeutico altissime dosi di vitamina D (40.000-320.000 UI al giorno), acidi grassi omega3 e un complesso composto da sostanze ad azione complementare alla vitamina D.

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Vitamina D in alte dosi: “Si… può… fare!”

Sin dalla sua scoperta (1920) la vitamina D è stata impiegata nella pratica clinica e alte dosi sono state somministrate nel 1930 e 1940 per il trattamento di asma (60.000-300.000 UI al giorno), artrite reumatoide (200.000-600.000 UI per giono) e tubercolosi (100.000-150.000 UI per giorno), ma la comparsa di ipercalcemia clinicamente significativa spesso esitava con la morte dei pazienti.

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